Utilizzare solo una carta prepagata per gestire i propri soldi è una scelta sempre più diffusa, soprattutto tra giovani, lavoratori precari e chi desidera tenere sotto controllo le spese. Le prepagate sono strumenti pratici, facilmente ricaricabili e spesso attivabili anche senza un conto corrente bancario. Tuttavia, occorre essere consapevoli che si tratta di uno strumento con limiti operativi e rischi specifici che possono incidere in modo significativo sulla gestione quotidiana del denaro.
Limiti operativi: capienza, prelievi e transazioni
La principale caratteristica delle carte prepagate è la presenza di limiti di capienza, ovvero un plafond massimo che non può essere superato. In molti casi il limite può variare da poche migliaia di euro a cifre più consistenti, a seconda della carta scelta, ma è raro che si possa superare la soglia dei 5.000 o 10.000 euro a saldo complessivo. Ad esempio, alcune banche applicano un limite mensile complessivo di 5.000 euro su tutte le operazioni di pagamento e prelievo. Alcuni circuiti internazionali arrivano a 6.000 euro al mese per transazioni in valuta diversa dall’euro.
I limiti di prelievo in contanti rappresentano un altro aspetto critico: solitamente è possibile prelevare solo una somma limitata al giorno o al mese. Chi necessita frequentemente di grosse quantità di contante potrebbe quindi trovare difficoltà, dovendo diluire le operazioni in più giorni.
- Numero massimo di carte: non è consentito detenere più di cinque carte prepagate intestate a una stessa persona, secondo la normativa antiriciclaggio italiana.
- Uso limitato: alcune prepagate possono essere utilizzate solo in determinati circuiti o esercenti, escludendo acquisti in alcune categorie o aree geografiche.
- Commissioni: spesso si applicano commissioni di attivazione, manutenzione, ricarica, prelievo o inattività, che riducono il valore effettivo del denaro disponibile sulla carta.
Costi occulti e gestione dei movimenti
Oltre ai limiti, le carte prepagate comportano costi che non sempre risultano trasparenti all’utente poco esperto. Spese fisse di emissione, costi per ricariche frequenti o sopra un certo numero di operazioni, canoni mensili o annuali e commissioni per prelievi da ATM (in Italia o all’estero) possono gravare anche in modo significativo sulla gestione finanziaria personale. Ci sono carte, ad esempio, che offrono un certo numero di operazioni gratuite e poi applicano una percentuale o un importo minimo per ogni prelievo successivo.
Un punto rilevante riguarda il monitoraggio delle spese e del saldo residuo. Gli istituti mettono a disposizione servizi online e mobile che permettono agli utenti di verificare in tempo reale movimenti e saldo. Tuttavia, in assenza di questi strumenti, tenere sotto controllo il saldo “fisico” della carta può risultare complicato, portando al rischio di dimenticare piccoli importi residui che spesso rimangono inutilizzati
- Saldo difficile da identificare: molti utenti, soprattutto meno digitalizzati, possono faticare a individuare il saldo residuo o a tenere traccia delle spese effettuate.
- Servizi di rendicontazione: alcune banche forniscono estratto conto cartaceo o digitale annuale, ma spesso le spese accessorie rimangono poco chiare fino alla ricezione del resoconto completo.
Rischi per la sicurezza e protezione dei fondi
Anche se considerate più “sicure” rispetto al contante per l’impossibilità di andare in rosso, le carte prepagate presentano rischi importanti legati a furto, smarrimento o clonazione. Diversamente da un vero conto corrente, la prepagata è spesso sprovvista di tutele assicurative o meccanismi di recupero dei fondi in caso di attività fraudolente, se la carta non è adeguatamente protetta da PIN o autenticazione avanzata.
In caso di perdita, chiunque abbia la carta fisica (e magari il PIN segnato da qualche parte) può effettuare transazioni fino all’azzeramento del saldo. Inoltre, alcune prepagate – in particolare quelle anonime acquistabili fuori dai canali bancari – offrono livelli di sicurezza molto inferiori rispetto alle carte legate a un conto corrente con sistemi di notifica, blocco automatizzato e assistenza clienti.
- Assenza di assicurazione: raramente il saldo sulla prepagata gode di assicurazioni o garanzie sul capitale depositato, come invece avviene per i normali conti correnti.
- Rischio di uso improprio: in caso di frodi, i tempi di contestazione possono essere più lunghi rispetto ad altri strumenti di pagamento e non tutti i gestori offrono assistenza rapida.
- Nessuna costruzione di storia creditizia: usare solo la prepagata non contribuisce a creare una storia bancaria positiva né a migliorare il profilo creditizio, con limitazioni se si vuole in futuro accedere a prestiti o finanziamenti.
Scenari d’uso: vantaggi e scenari non consigliati
Le carte prepagate sono indubbiamente pratiche per piccole spese, utilizzo online in sicurezza e per limitare il rischio di spese incontrollate, specialmente tra i minori o chi si affaccia per la prima volta a strumenti di pagamento evoluti. Utile anche per chi desidera separare budget specifici senza dover aprire veri conti correnti. Tuttavia, se usate come unico strumento di gestione monetaria, presentano criticità strutturali che non vanno sottovalutate:
- Limiti stringenti su deposito e prelievo;
- Difficoltà nella programmazione di pagamenti ricorrenti, addebiti diretti o ricezione stipendi in certi casi;
- Rischi legati a furto, clonazione o smarrimento;
- Incompatibilità con alcune operazioni bancarie avanzate (investimenti, finanziamenti, gestione di grandi somme);
- Costi non sempre concorrenziali rispetto a conti correnti digitali.
Infine, il plafond ridotto inevitabilmente limita la possibilità di usare le prepagate come alternativa ai tradizionali strumenti bancari. Per esigenze ordinarie, gestioni aziendali o riserve consistenti, affidarsi esclusivamente alla carta prepagata espone a notevoli limiti pratici oltre che a potenziali rischi di sicurezza e perdita del controllo finanziario.