Stai sbagliando il numero di slide per una presentazione di 40 minuti: ecco la formula corretta

Quando si prepara una presentazione di 40 minuti, la domanda “quante slide sono corrette?” è tanto comune quanto determinante per l’efficacia della comunicazione. Errori frequenti, come scegliere un numero troppo elevato o ridurre eccessivamente il materiale visivo, possono compromettere la chiarezza e l’attenzione del pubblico. Individuare una formula adeguata non significa applicare rigidamente una regola matematica, ma imparare ad adattare il formato ai contenuti, al contesto e all’obiettivo finale di ogni intervento.

L’errore più comune: quante slide usare davvero

Molti relatori tendono a sovrastimare il numero di slide necessarie, pensando che una maggiore quantità corrisponda a una presentazione più completa o professionale. Altri, al contrario, temono di usare più di dieci immagini, rischiando di rendere il discorso povero di stimoli visivi. In occasione di interventi di 40 minuti, l’errore di fondo è assumere che ogni minuto equivalga a una slide, portando a realizzare 35-40 slide, un approccio che rischia di generare saturazione e perdita di attenzione nel pubblico.

Secondo esperti di comunicazione e formazione, la soluzione ideale si trova tra 12 e 20 slide ben strutturate–con la tendenza, però, a non superare le 15 per garantire ordine e impatto visivo. Questa proporzione favorisce transizioni fluide, consente al presentatore di approfondire i nodi concettuali chiave e permette ai contenuti di avere la giusta rilevanza, senza scorrere troppo rapidamente tra diverse immagini o rischiare pause forzate.

La regola del 10-20-30 e la sua applicazione

In molti ambienti manageriali e formativi si cita la famosa regola del 10-20-30, introdotta da Guy Kawasaki. Secondo questo principio, per ogni 20 minuti di intervento dovrebbero essere usate 10 slide con caratteri di almeno 30 punti. Applicando lo stesso rapporto a una presentazione di 40 minuti si ottiene che il numero ideale di slide si attesta tra 15 e 20, anche se la maggior parte degli esperti consiglia di rimanere più vicini al limite inferiore del range.

Questa formula non va intesa come una regola assoluta e inflessibile. Kawasaki stesso sottolinea che la regola nasce per contesti come gli elevator pitch e le presentazioni aziendali in cui la sintesi è essenziale. Se il contenuto lo richiede, è possibile aggiungere qualche slide, soprattutto se si utilizzano immagini descrittive, schemi o tabelle per approfondire singoli passaggi. Tuttavia, eccedere può causare dispersività.

Sfatare i miti: correlazione tra tempo e numero di slide

Pensare che il numero di slide sia necessariamente proporzionale ai minuti di esposizione è un falso mito. Il modello “una slide, un minuto” è fuorviante, perché in molti casi una sola immagine può rappresentare il tema portante per cinque o sei minuti di spiegazione, mentre determinate sequenze potrebbero richiedere più transizioni in pochi secondi. La vera variabile che deve guidare la produzione delle slide è la chiarezza con cui si intende comunicare il contenuto e quanto supporto visivo sia utile in funzione del pubblico.

Per ogni presentazione di 40 minuti, è consigliabile inserire alcune slide introduttive (massimo 2), una serie di immagini centrali che spiegano concetti chiave (8-12), una o due slide di sintesi finale e, se necessario, mappe concettuali o timeline per rafforzare la comprensione. Gli aspetti tecnici, le citazioni e i dati andrebbero sintetizzati, evitando la tentazione di affollare la sequenza con dettagli superflui.

  • Contenuti densi: se il tema è complesso ma omogeneo, meglio ridurre il numero di slide e insistere su schematizzazioni visive forti.
  • Interattività: inserire una o due slide con domande riflessive o brevi sondaggi può aiutare a coinvolgere il pubblico, rallentando e rendendo più variato il ritmo.
  • Sessione di domande e risposte: prevedere almeno una slide finale, magari vuota o con un’immagine evocativa, per favorire il dialogo con i presenti.

Consigli pratici per la progettazione delle slide

Il miglior suggerimento per evitare errori nella quantificazione delle slide è quello di concepire la presentazione come un percorso narrativo, non come una somma di informazioni. La coerenza visiva, la linearità del discorso e l’attenzione all’equilibrio tra testo e immagini sono elementi determinanti per mantenere alta l’attenzione. Di seguito alcuni consigli pratici:

  • Troppa informazione frammentata: meglio poche slide ben costruite, con immagini chiare, grafici intuitivi e parole chiave ben evidenziate.
  • Testo ridotto: non inserire frasi intere ma solo concetti essenziali oppure citazioni memorabili, utilizzando font ampi e spaziatura ariosa.
  • Elementi visivi forti: fotografie, disegni, icone e infografiche aiutano a fissare i concetti principali, soprattutto quando le slide supportano e non sostituiscono il discorso del relatore.
  • Struttura logica: suddividere il flusso in introduzione, corpo centrale e sintesi. Ogni segmento può prevedere slide di mappa concettuale o schemi dinamici.

Ricordando che le slide sono un supporto e non il cuore della presentazione, è utile fare una prova generale cronometrata, prestando attenzione a:

  • Timing reale: quanto tempo si impiega nel passaggio da una slide all’altra e se la narrazione fila senza interruzioni.
  • Risposta del pubblico: monitorare i segnali di attenzione e adattare eventualmente il ritmo, prevedendo momenti di interazione.
  • Backup strategico: preparare eventualmente 1-2 slide extra da usare solo in caso di domande specifiche o necessità di approfondimento fuori scaletta.

In sintesi, la formula ideale per una presentazione di 40 minuti non si misura con il cronometro ma con la capacità di trasmettere con pochi ma efficaci contributi visivi i punti salienti di un racconto. Ciò che conta realmente non è quanti slide si presentano, bensì come e perché sono state scelte e organizzate. Porre la qualità prima della quantità resta il segreto per distinguere una presentazione ordinaria da una davvero memorabile.

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