Hai un milione in banca? Ecco quanto rende davvero oggi (molto meno di quello che pensi)

Depositare un milione di euro su un conto bancario oggi offre una redditività nettamente inferiore rispetto alle aspettative più diffuse tra chi dispone di grandi patrimoni. Nonostante la tentazione di preservare il capitale attraverso strumenti tradizionali come il conto deposito vincolato, l’attuale scenario economico e i tassi di interesse delle banche portano risultati molto più modesti rispetto al passato. Analizzare nel dettaglio le offerte concrete di oggi e il reale rendimento, soprattutto netto, consente di evidenziare quanta poca ricchezza aggiuntiva si accumuli lasciando il denaro fermo in banca rispetto a opzioni più diversificate.

Quanto rende oggi un conto deposito con un milione di euro?

I conti deposito vincolati rappresentano la soluzione più sicura e utilizzata per chi vuole limitare i rischi e, allo stesso tempo, ottenere qualche interesse sul capitale. Tuttavia, i rendimenti sono generalmente molto più bassi di quanto comunemente si creda. Nel 2025, tra le banche che offrono le condizioni più favorevoli, la Illimity Bank garantisce un rendimento annuo lordo del 3,5% (al netto delle imposte il guadagno scende circa al 2,59%) per depositi vincolati a 12 o 24 mesi su importi a partire da 1.000 euro. In termini pratici, su un milione di euro vincolato per un anno il guadagno netto sarà quindi circa 25.900 euro all’anno, ossia circa 2.158 euro netti al mese.

Oltre Illimity, altre banche come Banca Aidexa e Banca Progetto offrono tassi lordi simili, tra il 3,25% e il 3,3% (intorno al 2,4% netto). Anche IBL Banca propone, per il secondo semestre 2025, un tasso annuo lordo massimo pari al 2,75% su vincoli di 24 o 36 mesi, che scende a circa il 2% netto dopo le imposte.

Questi dati dimostrano che anche scegliendo il miglior prodotto disponibile, nella realtà dei fatti il rendimento effettivo per un capitale importante come un milione di euro si aggira tra 20.000 e 26.000 euro netti all’anno. Si tratta di un risultato che, pur interessante in cifra assoluta per chi non vuole rischiare, rappresenta una crescita ben al di sotto dell’inflazione e comunque molto inferiore rispetto ad altre forme di investimento.

Imposte, tasse e rendimenti: cosa resta davvero?

La tassazione gioca un ruolo fondamentale nel ridurre la redditività dei conti deposito. In Italia, gli interessi maturati sono soggetti a un’imposta sostitutiva del 26% alla fonte. Ciò significa che ogni euro guadagnato come interesse vede già trattenuta questa quota, a cui si aggiunge l’imposta di bollo, pari allo 0,2% annuo del capitale depositato. Su un milione di euro, l’imposta di bollo “brucia” 2.000 euro l’anno, che vanno sottratti direttamente ai profitti, ulteriormente riducendo il rendimento reale.

Un calcolo rappresentativo, considerando un interesse lordo di 3,5%, evidenzia che dagli iniziali 35.000 euro annui di interesse lordo si scende a circa 25.900 euro netti. Tolto il bollo statale, il rendimento effettivo scende ulteriormente (circa 24.000 euro netti all’anno). Se si considera il potere d’acquisto reale, eroso dall’inflazione, il valore cresce ancora meno: con inflazione intorno al 2% annuo, il capitale preserva con difficoltà il potere d’acquisto originario.

Rischio, alternative e la realtà della liquidità in banca

Detenere grandi somme liquide su un conto bancario viene percepito come una garanzia di sicurezza, ma il basso rendimento oggi rappresenta un costo-opportunità significativo. Le banche italiane tendono ad adottare una politica conservativa: conservare liquidità offre protezione dalle oscillazioni dei mercati finanziari, ma in cambio il cliente rinuncia a un possibile maggior guadagno derivante da investimenti più dinamici. Inoltre, l’investimento diretto in prodotti azionari, obbligazionari o immobiliari può potenzialmente garantire una crescita del capitale superiore nel medio-lungo periodo, ma implica comunque accettare gradi di rischio sensibilmente maggiori.

Scelte come la diversificazione degli investimenti e la pianificazione patrimoniale sono considerate basilari dagli esperti di gestione finanziaria. Impiegare tutto il capitale in strumenti bancari a bassa redditività molto raramente rappresenta la soluzione più vantaggiosa, specie se il bilancio rischi-benefici suggerisce che il rischio di perdita reale (potere d’acquisto eroso dall’inflazione) supera il rendimento certo proposto dalla banca. Un portafoglio diversificato, creato con il supporto di professionisti, è spesso consigliato a chi dispone di patrimoni importanti.

Perché un milione in banca rende così poco?

Il contesto attuale è caratterizzato non solo da tassi di interesse contenuti, ma anche da costi fissi ricorrenti e una fiscalità penalizzante. Le banche ritengono i depositi una forma di raccolta stabile ma oggi, rispetto a trent’anni fa, le politiche monetarie e la liquidità sul mercato europeo hanno compresso fortemente i margini offerti ai risparmiatori. La bolla inflazionistica del 2022-2023 ha accentuato queste logiche: per proteggere i bilanci bancari, solo una parte minima degli utili ricade sottoforma di interessi sul cliente retail.

Nel confronto internazionale, in Italia il conto deposito vincolato rimane tra i prodotti più utilizzati per l’accumulo prudente, ma il risultato si traduce oggi in guadagni modesti, soprattutto dopo le tasse e l’inflazione. Solo vincolando somme cospicue e accettando vincoli temporali si ottiene il marginale extra rendimento rispetto a un deposito libero a tasso zero.

Consigli pratici e scenari futuri

Alla luce di questi dati, tenere un milione di euro in banca garantisce oggi una remunerazione bassa ma sicura. Per chi non intende esporsi a rischi di perdita, i conti deposito restano il punto di riferimento, ma la strategia va costruita in modo analitico, valutando:

  • Affidabilità dell’istituto bancario selezionato;
  • Tassazione effettiva sugli interessi e imposta di bollo applicabile;
  • Condizioni contrattuali (durata del vincolo, possibilità di svincolo anticipato, etc.);
  • Grado di liquidità necessaria (ossia quanto del capitale può essere effettivamente vincolato senza penalità);
  • Redditività reale, confrontata col tasso di inflazione e la perdita di potere d’acquisto nel tempo.

Molti risparmiatori scelgono di suddividere il capitale, destinando una parte alla sicurezza dei conti deposito, e il resto a soluzioni diversificate come fondi obbligazionari, strumenti assicurativi, real estate o mercati azionari, con una gestione attiva del rischio e possibilità di guadagno più elevate. È sempre raccomandabile il supporto di un consulente finanziario indipendente, particolarmente ove le cifre siano così rilevanti.

In sintesi, nel 2025 il guadagno “sicuro” offerto da un milione di euro su un conto deposito si ferma a qualche decina di migliaia di euro annue, cifra che scende ulteriormente dopo la tassazione e l’imposta di bollo. Chi desidera far crescere il proprio capitale in modo significativo deve sempre valutare con attenzione le alternative e i relativi rischi, poiché la semplice liquidità in banca rende molto meno di quello che comunemente si crede e, soprattutto, di quello che il patrimonio potrebbe potenzialmente ottenere altrove.

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