I fringe benefit rappresentano uno degli strumenti più diffusi nelle politiche retributive moderne, in quanto costituiscono un insieme di compensi aggiuntivi rispetto allo stipendio base, messi a disposizione dal datore di lavoro al dipendente sotto forma di beni o servizi. Il termine nasce dall’incrocio tra le parole inglesi “fringe” (margine, frangia) e “benefit” (vantaggio, beneficio): in italiano può essere tradotto come “beneficio marginale” o “vantaggio accessorio”. Le aziende utilizzano queste forme di incentivazione non solo per premiare, motivare e fidelizzare il personale, ma anche per ottimizzare l’impatto fiscale sia per sé stesse sia per i collaboratori.
Significato e caratteristiche dei fringe benefit
Nel contesto delle risorse umane, il concetto di fringe benefit indica un compenso supplementare non monetario offerto ai dipendenti, distinto dal normale salario mensile. Questi vantaggi vengono riconosciuti sotto forma di beni materiali (ad esempio, auto aziendali, telefoni, computer, buoni carburante, buoni spesa) o servizi (assicurazioni sanitarie, corsi di formazione, viaggi aziendali, alloggi, baby sitting, palestre convenzionate), e sono noti anche come compensi in natura.
La funzione principale dei fringe benefit è quella di arricchire il pacchetto retributivo complessivo, migliorando la qualità della vita dei dipendenti e accrescendo l’attrattività dell’azienda presso i candidati, oltre che la retention dei collaboratori già in forza. Sul piano fiscale, i vantaggi sono doppi: per il lavoratore, entro determinati limiti stabiliti dalla legge, questi benefit non vengono tassati come reddito; per il datore di lavoro, il costo di erogazione di molti fringe benefit è deducibile, consentendo un risparmio contributivo.
Tra gli esempi classici di fringe benefit figurano:
Tutte queste soluzioni si rivolgono sia alle esigenze personali che familiari del lavoratore e rientrano nei cosiddetti fringe benefit.
Evoluzione normativa: le novità del 2025
Il quadro normativo relativo ai fringe benefit in Italia è stato più volte modificato nel corso degli ultimi anni, soprattutto a causa delle esigenze connesse all’economia e al sostegno alle famiglie. La Legge di Bilancio 2025 ha confermato le novità già introdotte nel 2024, apportando però alcune rilevanti modifiche alle soglie di non imponibilità e ampliando la platea dei potenziali beneficiari.
In particolare, i principali limiti di esenzione fiscale previsti per il 2025 sono i seguenti:
In tutti e tre i casi, superati i limiti stabiliti dalla legge, il valore eccedente dei benefit viene normalmente tassato come reddito da lavoro dipendente e soggetto a contribuzione previdenziale.
Oltre alle soglie, si confermano le regole sui benefit destinatI non solo al lavoratore, ma anche ai familiari fiscalmente a carico: ciò significa che per alcuni servizi, come l’assicurazione sanitaria, il lavoratore può fruire dell’agevolazione anche per i familiari inclusi nella dichiarazione dei redditi.
Soggetti che hanno diritto ai fringe benefit
La disciplina sui fringe benefit si applica a tutti i lavoratori dipendenti del settore privato e, in parte, anche a quelli del settore pubblico, a seconda degli accordi aziendali e dei contratti collettivi nazionali. Può beneficiarne qualsiasi lavoratore titolare di un rapporto di lavoro subordinato, indipendentemente dalla qualifica (operai, impiegati, quadri, dirigenti).
Una particolare attenzione viene attribuita alle seguenti categorie:
Vale ricordare che, in ogni caso, la concessione dei fringe benefit non è un diritto automatico e universale, ma dipende dalla politica retributiva dell’azienda, dagli accordi individuali o collettivi e dagli obiettivi di incentivazione. Alcune categorie particolari, come i lavoratori autonomi e i collaboratori a partita IVA, sono generalmente esclusi dalla normativa sui fringe benefit.
Implicazioni fiscali e vantaggi per aziende e dipendenti
La principale ragione per cui i fringe benefit sono ampiamente adottati nel welfare aziendale riguarda le agevolazioni fiscali connesse alla loro erogazione.
Per il dipendente, la non imponibilità del valore dei benefit entro i limiti di legge significa ricevere beni e servizi effettivi senza che questi siano conteggiati come reddito imponibile. Questo si traduce in un effettivo risparmio fiscale, che rende più conveniente per molti ricevere una parte della propria remunerazione sotto forma di benefit piuttosto che come salario diretto.
Per l’azienda, i fringe benefit offrono due ordini di vantaggi:
Talvolta, sfruttando i diversi tipi di fringe benefit, le aziende promuovono attività coerenti con i propri valori (come la sostenibilità ambientale, favorendo l’uso di mezzi pubblici o la mobilità elettrica) o sostengono il benessere del personale (tramite servizi sanitari o assistenziali).
Esempi pratici e casi particolari
Nel concreto, tra i benefit più diffusi nel 2025 permangono i buoni acquisto (ticket restaurant, gift card per supermercati), le polizze sanitarie collettive, i contributi per il trasporto pubblico e la copertura di alcune spese per i figli (come i centri estivi e i servizi di baby sitting), oltre alla possibilità di ottenere la dotazione tecnologica aziendale anche per uso privato. Si stanno diffondendo formule di welfare aziendale sempre più flessibili, spesso personalizzabili dal dipendente all’interno di un paniere di offerte.
Attenzione va posta sull’impatto fiscale complessivo: per ciascun lavoratore, è necessario monitorare il valore totale dei benefit ricevuti nell’anno solare, perché l’importo eccedente il limite diventa automaticamente imponibile, generando obblighi contributivi a carico sia del lavoratore che dell’azienda.
Inoltre, le aziende devono documentare dettagliatamente l’erogazione dei fringe benefit nella busta paga e nelle dichiarazioni fiscali, segnalando chiaramente le tipologie di beni o servizi concessi e le eventuali eccedenze rispetto alle soglie di esenzione.
L’adozione intelligente dei fringe benefit consente dunque di realizzare un equilibrio tra le esigenze di motivazione e soddisfazione del personale, i vincoli di budget aziendale e la compliance fiscale, contribuendo a creare ambienti di lavoro più attrattivi e sostenibili.