Hai vinto all’eredità? Ecco quanto ti toglie davvero il fisco dalla cifra

Chi viene incoronato vincitore all’“Eredità”, il famoso quiz televisivo, si ritrova improvvisamente davanti a una cifra a volte straordinaria, che può cambiare la vita. Tuttavia, al momento dell’accredito, la somma non corrisponde quasi mai all’importo “lordo” annunciato in trasmissione. Infatti, il fisco italiano interviene con una serie di ritenute e imposte che incidono sensibilmente sulla vincita. Comprendere esattamente quanto viene trattenuto dallo Stato è fondamentale per valutare le effettive disponibilità che il vincitore porterà a casa.

Le vincite nei concorsi a premi: disciplina fiscale

Le vincite ottenute tramite giochi, lotterie e quiz rientrano tra i cosiddetti redditi diversi, come indicato dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). A differenza dell’eredità, dove si applicano le aliquote dell’imposta di successione, sui premi da gioco si applica una ritenuta a titolo d’imposta. Sia che si vinca in denaro che in beni di altro genere, il valore viene sempre assoggettato a prelievo fiscale.

Nel caso di trasmissioni televisive e quiz come “L’Eredità”, la normativa prevede che la società che eroga il premio (ad esempio la Rai) trattenga direttamente una percentuale dell’importo vinto, versandola allo Stato. Ciò significa che il vincitore riceve già la somma “netta” sul proprio conto, con i prelievi fiscali già applicati.

Quantità effettiva trattenuta dal fisco

La domanda che molti si pongono è: quale percentuale viene effettivamente trattenuta? La risposta varia in base alla tipologia di vincita, ma per i quiz televisivi la regola generale stabilisce una ritenuta alla fonte del 20% sul valore della vincita in denaro. L’importo lordo viene cioè decurtato da questa aliquota, e al vincitore spetta il restante 80%. Se ad esempio il montepremi finale è di 100.000 euro, il “netto” che verrà incassato sarà di 80.000 euro.

Per le vincite in beni o servizi, si deve considerare il valore di mercato del premio, su cui viene ugualmente applicata la ritenuta.

Questa ritenuta è “a titolo d’imposta”, cioè si considera definitiva: non sarà necessario dichiarare la vincita nella dichiarazione dei redditi, né si aggiungeranno ulteriori imposizioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Imposta di successione: regole e aliquote nel 2025

Per chi vince un’eredità vera e propria, invece, la legislazione fiscale cambia radicalmente: entra in gioco la imposta di successione, regolamentata dal TUIR e dettagliata dalle riforme entrate in vigore dal 2025.

Le aliquote variano in funzione del grado di parentela tra il defunto e gli eredi:

  • Coniuge e figli: 4% sull’importo ereditato, con una franchigia di 1 milione di euro per ciascun erede. Ciò significa che l’imposta si applica solo sull’importo eccedente il milione.
  • Fratelli e sorelle: 6% con franchigia di 100.000 euro ciascuno.
  • Altri parenti fino al quarto grado (zii, nipoti, cugini di primo grado): 6% senza alcuna franchigia.
  • Soggetti non legati da parentela: 8% sul valore dell’eredità, senza alcuna franchigia.

La base imponibile si determina sulla differenza tra il valore attivo (beni ereditati, immobili, depositi bancari, ecc.) e il passivo (debiti, mutui, spese funerarie e altre passività riconosciute). Nel caso di presenza di immobili, occorre versare anche imposta ipotecaria e catastale, che può essere fissa o proporzionale a seconda dell’uso del bene.

Novità dal 2025: calcolo automatico e trasparenza fiscale

A partire dal 1° gennaio 2025, l’iter per la dichiarazione di successione è stato notevolmente semplificato grazie a un sistema automatizzato sviluppato dall’Agenzia delle Entrate. Gli eredi possono accedere online al portale ufficiale tramite SPID o altre credenziali, inserire i dati richiesti e ricevere un prospetto riepilogativo con il calcolo delle imposte dovute.

Questo sistema, oltre a ridurre drasticamente i tempi di attesa, garantisce maggiore trasparenza e limita il rischio di errori nei calcoli. L’imposta determinata deve essere versata entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione; in mancanza, scatterebbero sanzioni e interessi di mora.

Un caso particolare è previsto per eredi con disabilità grave ai sensi della legge 104: solo l’importo eccedente 1,5 milioni di euro viene assoggettato a imposta.

Esempi pratici: quanto ci lascia davvero il fisco?

Per fare chiarezza, vediamo alcuni esempi pratici:

  • Eredità tra coniuge e figli: se Mario eredita 1,2 milioni di euro dal padre, la franchigia lo esenta dall’imposta sulla quota fino a 1 milione. Sui restanti 200.000 euro, paga il 4%, cioè 8.000 euro.
  • Eredità tra fratelli: Lucia eredita 180.000 euro dalla sorella. La franchigia copre i primi 100.000 euro, sulla restante parte (80.000 euro) si applica il 6%, pari a 4.800 euro.
  • Quiz televisivo: Andrea vince 50.000 euro all’Eredità. La produzione trattiene subito il 20%, quindi il netto sarà 40.000 euro.
  • Parenti di quarto grado: Anna riceve 70.000 euro dalla zia. Non c’è franchigia, l’imposta è il 6%, ovvero 4.200 euro.
  • Non parenti: Fabio riceve 100.000 euro da un vicino di casa senza legami di sangue. L’imposta è l’8%, ossia 8.000 euro.

Imposte accessorie sugli immobili ereditati

Se l’eredità comprende immobili, oltre all’imposta di successione vengono dovute le imposte ipotecaria e catastale. Queste possono essere fisse (200 euro ciascuna per la “prima casa”) o proporzionali (3% ciascuna per immobili diversi dalla prima casa).

Cosa succede in caso di vincita di grandi cifre?

Nel caso di premi di rilevante valore, il sistema del calcolo automatico online garantisce che il vincitore riceva subito il prospetto con le cifre da versare e riceva informazioni precise sui tempi e sulle modalità di pagamento.

Errori e ritardi burocratici

Chi non versa l’imposta entro i termini stabiliti si trova a pagare sanzioni amministrative e interessi, spesso salati. Occorre dunque prestare attenzione alla dichiarazione di successione e ai termini di pagamento.

La successione ereditaria nella società italiana

La successione rappresenta una fase delicata, sia dal punto di vista umano che fiscale. In Italia, la normativa si è evoluta per garantire maggiore equità tra le diverse tipologie di eredi, ma resta uno degli argomenti più discussi quando si tratta di grandi patrimoni.

In sintesi, il fisco interviene sia sulle vincite da giochi, con una ritenuta del 20%, sia sulle eredità, con aliquote che variano dal 4% all’8% a seconda della parentela e delle franchigie applicabili. Nuove procedure digitali promettono maggiore semplicità e trasparenza, ma l’incidenza delle imposte rimane significativa e merita attenta valutazione da parte di chi si trova improvvisamente con una somma importante da gestire.

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