L’errore che fanno tutti quando aprono un conto corrente e che costa caro: ecco cosa guardare
Aprire un conto corrente sembra, a prima vista, un’operazione semplice e priva di insidie. In realtà, molti commettono lo stesso errore: scegliere in fretta, senza leggere con attenzione tutte le condizioni economiche e contrattuali. Questo atteggiamento può costare caro nel tempo, perché un conto corrente non è solo un “luogo” dove depositare i propri risparmi, ma uno strumento finanziario che comporta costi e regole precise.
In questo articolo analizzeremo l’errore più comune, vedremo perché può pesare sulle finanze personali e quali aspetti controllare prima di firmare qualsiasi contratto.
Perché il conto corrente è così importante
Il conto corrente è uno strumento indispensabile nella vita quotidiana moderna. Permette di:
Ricevere stipendi, pensioni o altri accrediti.
Effettuare pagamenti, bonifici, domiciliazioni.
Gestire le spese in modo tracciabile e sicuro.
Avere accesso a servizi collegati, come carte di debito o credito.
Proprio perché usato tutti i giorni, anche piccoli costi ricorrenti, se ignorati, possono accumularsi e incidere significativamente sul bilancio personale.
L’errore più comune: guardare solo al canone mensile
La maggior parte delle persone, quando apre un conto, si concentra esclusivamente sul canone di gestione, ossia la spesa fissa mensile o annuale. È normale pensare: “Se pago poco o nulla di canone, allora ho fatto un buon affare”.
In realtà, questa visione è parziale. Molti trascurano:
Le commissioni sui prelievi (specie se effettuati da sportelli diversi da quelli convenzionati).
Le spese sui bonifici, soprattutto quelli online o internazionali.
I costi di tenuta del conto legati a operazioni specifiche.
Le spese sulle carte collegate (emissione, rinnovo o sostituzione).
Le commissioni nascoste in caso di sconfinamento o ritardi nei pagamenti.
Il risultato? Si finisce per pagare molto più del previsto, anche con un conto “senza canone”.
I costi ricorrenti: un nemico invisibile
Un errore diffuso è non fare una proiezione annuale delle spese. Facciamo un esempio pratico:
Canone: 2 € al mese → 24 € l’anno.
Prelievi fuori rete: 1,50 € ciascuno, 2 al mese → 36 € l’anno.
Bonifici: 1 € ciascuno, 3 al mese → 36 € l’anno.
Carta di debito: 15 € annui.
Totale annuo: 111 €.
Un conto pubblicizzato come “quasi gratuito” può quindi costare oltre cento euro all’anno, senza contare eventuali commissioni straordinarie.
Commissioni straordinarie: l’aspetto più trascurato
Oltre ai costi di gestione ordinaria, ci sono quelli che scattano in situazioni particolari, spesso non considerate al momento dell’apertura:
Sconfinamento: se si spende più di quanto disponibile sul conto, scattano interessi e commissioni aggiuntive.
Inattività: alcuni conti prevedono costi se non vengono usati per un certo periodo.
Invio cartaceo degli estratti conto: può comportare una spesa aggiuntiva se non si opta per la versione digitale.
Operazioni allo sportello: in alcuni casi sono più care rispetto a quelle online.
Queste voci, ignorate al momento della firma, sono quelle che finiscono per pesare di più.
Cosa guardare davvero prima di aprire un conto
Per evitare brutte sorprese, è importante controllare più voci contemporaneamente:
Il foglio informativo: documento che riassume costi e condizioni, obbligatorio per legge.
Il canone: verificare se ci sono esenzioni o riduzioni legate a requisiti (età, accredito stipendio, ecc.).
I costi delle operazioni tipiche: bonifici, prelievi, domiciliazioni.
Le spese accessorie: carte, libretti di assegni, estratti conto.
Le commissioni straordinarie: sconfinamenti, valute, operazioni allo sportello.
La trasparenza digitale: possibilità di gestire tutto online senza costi aggiuntivi.
L’importanza di valutare le proprie abitudini
Un conto conveniente per una persona può essere sconveniente per un’altra. Il trucco è analizzare le proprie abitudini:
Prelevi spesso contanti? → Guarda i costi dei prelievi fuori rete.
Fai molti bonifici? → Controlla se sono gratuiti online.
Viaggi o operi all’estero? → Informati su commissioni valutarie e costi di carte internazionali.
Usi poco il conto? → Evita conti con costi fissi elevati.
Solo conoscendo le proprie necessità si può scegliere davvero il conto giusto.
L’errore psicologico: “Tanto sono pochi euro”
Un altro motivo per cui si commettono errori è di natura psicologica: molti pensano che qualche euro al mese non faccia differenza. In realtà, su base pluriennale, questi piccoli importi diventano cifre importanti.
Un conto che costa 100 € all’anno, in 10 anni comporta una spesa di 1.000 €.
Soldi che avrebbero potuto essere risparmiati o investiti.
Consigli pratici per evitare errori
Leggi sempre il foglio informativo: è la tua garanzia di trasparenza.
Confronta più opzioni: non fermarti al primo conto che ti viene proposto.
Simula i costi annuali: moltiplica per 12 mesi le tue operazioni tipiche.
Scegli il conto più adatto al tuo profilo: giovane, pensionato, professionista, famiglia.
Rivedi periodicamente la convenienza: il mercato cambia, così come le tue esigenze.
Conclusione
L’errore che fanno tutti quando aprono un conto corrente è fermarsi al canone pubblicizzato, senza guardare alle altre voci di costo. Questo porta a sottovalutare spese ricorrenti e commissioni straordinarie, che alla lunga possono pesare molto più del previsto.
La regola d’oro è semplice: non esiste un conto perfetto in assoluto, ma solo quello più adatto alle proprie abitudini e necessità. Per questo, la scelta deve essere fatta con attenzione, valutando tutti i costi e non solo il canone.
Un po’ di tempo dedicato a leggere i documenti e a fare i conti può tradursi in centinaia di euro risparmiati negli anni. E questo significa avere più risorse da dedicare a ciò che conta davvero nella vita.