Molte ricerche recenti hanno confermato che bere tè — in particolare varietà come tè verde e tè nero — apporta reali benefici alla salute cardiovascolare, anche se l’entità degli effetti può variare in base alla quantità e alla tipologia consumata, nonché all’alimentazione generale e allo stile di vita. Gli studi scientifici sottolineano come questa bevanda sia un’importante fonte di flavonoidi e antiossidanti che possono influenzare positivamente diversi fattori di rischio delle malattie cardiache.
Perché il tè è benefico per il cuore: la scienza dei polifenoli
Il tè è particolarmente ricco di flavonoidi, una vasta famiglia di composti polifenolici ad azione antiossidante. Tra i principali, troviamo le catechine nel tè verde e le teaflavine e tearubigine nel tè nero. Queste sostanze hanno dimostrato di:
- Ridurre lo stress ossidativo, ovvero la presenza di radicali liberi che danneggiano le cellule del sistema cardiovascolare.
- Migliorare la funzionalità dei vasi sanguigni, promuovendo il rilassamento dell’endotelio e una migliore circolazione.
- Possedere proprietà antinfiammatorie, che aiutano a contrastare l’infiammazione cronica, nota per essere strettamente legata allo sviluppo di molte malattie di cuore.
In particolare, il consumo regolare di tè verde è associato a una significativa riduzione del rischio di eventi cardiovascolari seri come infarto e ictus. Diversi studi epidemiologici suggeriscono che bere più di cinque tazze di tè verde al giorno riduce la probabilità di incorrere in questi eventi rispetto a chi non consuma tè o lo fa raramente.
Pressione sanguigna e colesterolo: gli effetti sul profilo cardiovascolare
L’ipertensione (pressione alta) e il colesterolo elevato sono tra i principali fattori di rischio per patologie coronariche e cerebrovascolari. Numerose ricerche suggeriscono che il tè, soprattutto quello verde, agisce su questi parametri in modo benefico:
- Il tè verde contiene composti capaci di rilassare i muscoli lisci dei vasi sanguigni, causando una modesta ma significativa riduzione della pressione arteriosa. Questo effetto risulta ancora più marcato nei soggetti con valori limite o già elevati, contribuendo a ridurre il rischio di eventi aterotrombotici.
- Per quanto riguarda il colesterolo, gli antiossidanti del tè verde sono stati collegati a una diminuzione dei livelli di colesterolo LDL (“cattivo”), mentre tendono a preservare o rallentare la diminuzione dell’HDL (“buono”) con l’età. Questa modulazione contribuisce a mantenere le arterie più libere da placche
- Alcune indagini hanno inoltre dimostrato che il tè può prevenire la formazione di coaguli di sangue, riducendo così la probabilità di trombosi e complicanze ischemiche.
Se da un lato gli effetti possono variare tra tè verde e nero — a seconda della concentrazione specifica dei composti —, entrambi risultano vantaggiosi quando inseriti in uno stile di vita complessivamente sano, povero di grassi saturi e ricco di frutta, verdura, legumi e cereali integrali.
Il ruolo degli antiossidanti e delle catechine nella prevenzione delle patologie cardiovascolari
Tra i costituenti più studiati spicca l’epigallocatechina gallato (EGCG), una catechina tipica del tè verde. Questa sostanza, insieme ad altri polifenoli:
- Contrasta la formazione e la progressione delle placche aterosclerotiche nelle arterie
- Abbassa i livelli dei trigliceridi e migliora il metabolismo lipidico complessivo
- Protegge il DNA e le strutture cellulari dagli insulti ossidativi, rallentando i processi di invecchiamento vascolare
Gli effetti positivi del tè, tuttavia, non si limitano alla prevenzione primaria. Alcune evidenze suggeriscono che il consumo quotidiano aiuti anche nella gestione delle fasi di recupero dopo un evento cardiovascolare, contribuendo a mantenere l’infiammazione sotto controllo e a favorire la funzione cardiaca residua.
Ultime novità: cosa dice la ricerca più aggiornata sul tè e la salute del cuore
Gli ultimi dati scientifici rafforzano il legame tra assunzione regolare di tè e protezione cardiovascolare, seppur con alcune cautele. In particolare:
- È confermato che il tè verde riduce sia la pressione sanguigna sia il colesterolo LDL, grazie all’azione sinergica tra catechine, polifenoli e altri antiossidanti.
- La riduzione dell’infiammazione cronica, responsabile di molte complicanze cardiache, è attribuita soprattutto all’assunzione regolare e protratta negli anni, più che al consumo occasionale.
- Alcuni ricercatori hanno sottolineato come i benefici migliori si ottengano senza eccedere: consumare da due a cinque tazze al giorno appare la quantità ideale per la maggior parte degli adulti sani.
- Bere tè senza zucchero e con moderazione della caffeina aiuta a limitare i possibili effetti avversi e massimizzare i vantaggi cardioprotettivi.
Limiti e precauzioni
Nonostante i dati incoraggianti, va ricordato che il tè non sostituisce le terapie né elimina la necessità di monitorare altri fattori di rischio (come fumo, sedentarietà, obesità). In soggetti particolarmente sensibili alla caffeina o con specifiche patologie renali o cardiache, è opportuno consultare il medico prima di aumentare il consumo della bevanda.
In sintesi, le ultime evidenze suggeriscono che il tè rappresenta uno strumento semplice e naturale per sostenere il benessere del cuore, soprattutto se associato a una dieta equilibrata e uno stile di vita sano. Chi desidera ottenere il massimo da questa abitudine dovrebbe scegliere varietà poco processate, limitarne la dolcificazione e inserirla in una routine alimentare già orientata alla prevenzione delle malattie croniche.